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Albert Speer, l’architetto del diavolo lydbog
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Albert Speer fu l’architetto di Hitler. Venne accusato per la deportazione e lo sfruttamento dei civili europei. Nominato da Hitler nel febbraio del 1942 ministro degli Armamenti, si servì dei prigionieri di guerra anche nell’industria bellica. Ascoltato a Norimberga nell’udienza del 19 giugno 1946, riconobbe tuttavia che Hitler aveva tradito il popolo tedesco "gettandolo nell’abisso". Questo r...
Lydbog
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Forlag
SAGA Egmont
Udgivet
20 juli 2020
Længde
0:57
Genrer
Biography: general
Sprog
Italian
Format
mp3
Beskyttelse
Vandmærket
ISBN
9788726582611
Albert Speer fu l’architetto di Hitler. Venne accusato per la deportazione e lo sfruttamento dei civili europei. Nominato da Hitler nel febbraio del 1942 ministro degli Armamenti, si servì dei prigionieri di guerra anche nell’industria bellica. Ascoltato a Norimberga nell’udienza del 19 giugno 1946, riconobbe tuttavia che Hitler aveva tradito il popolo tedesco "gettandolo nell’abisso". Questo ritratto ripercorrerà la vita del genio dell’estetica del terzo Reich.
Luigi Romolo Carrino (napoletano, classe 1968) Nel suo percorso letterario ha affrontato tematiche sociali di vario tipo. In "Pozzoromolo", Meridiano Zero, 2009, selezionato nel 2011 per il Premio Strega, e in "Esercizi sulla madre" Perdisa Pop, 2012, selezionato nel 2013 per il Premio Strega, tratta il tema dei manicomi. in "Acqua storta" Meridiano Zero, 2008, "La buona legge di Mariasole" Edizioni e/o, 2015, e "Alcuni avranno il mio perdono" Edizioni e/o, 2017, invece racconta in modo autentico Napoli, la città dove è nato e vive. Per Azimut ha pubblicato nel 2010 una raccolta di racconti dal titolo "Istruzioni per un addio", mentre si è addentrato nello spinoso tema dell'omosessualità nel mondo del calcio con l'opera "Il pallonaro", goWare, 2014. Il suo romanzo Acqua storta racconta per la prima volta l'omosessualità repressa del sistema mafioso attraverso gli occhi di un carcerato che rivive fra allucinazioni e ricordi rivive il suo passato negli ultimi tre giorni di vita. Alla fine dell'opera vengono ringraziati Saviano e De Silva, esponenti di punta del neorealismo letterario campano, che condividono con Carrino la durezza della lingua e delle ambientazioni.