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Casa d'altri lydbog
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Un’opera che, in poche decine di pagine, è capace di scavarsi un solco tutto suo nell’eternità della Letteratura; una prosa che "pare fatta d’aria", un racconto che è stato giudicato "perfetto" da Montale in persona. Impossibile restare indifferenti di fronte al guizzo di visionarietà che caratterizza questo racconto lungo scritto da Silvio D’Arzo a poca distanza da una morte crudele e prematur...
Lydbog
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Forlag
SAGA Egmont
Udgivet
19 april 2023
Længde
2:05
Genrer
Religious and spiritual fiction
Sprog
Italian
Format
mp3
Beskyttelse
Vandmærket
ISBN
9788727027463
Un’opera che, in poche decine di pagine, è capace di scavarsi un solco tutto suo nell’eternità della Letteratura; una prosa che "pare fatta d’aria", un racconto che è stato giudicato "perfetto" da Montale in persona. Impossibile restare indifferenti di fronte al guizzo di visionarietà che caratterizza questo racconto lungo scritto da Silvio D’Arzo a poca distanza da una morte crudele e prematura.
"Casa d’altri" non è un semplice racconto a sfondo emiliano. "Casa d’altri" narra, attraverso il filtro dell’emilianità, una storia dal sapore universale. Un prete di campagna, alle prese con la comunità di un piccolissimo villaggio composto da sette case e due strade in croce, sviluppa l’ossessione per una signora anziana che vi si è trasferita nell'area da poco.
L’anziana, che trascorre le proprie giornate in riva al fiume con la sua capra, non frequenta la chiesa, né, per qualche motivo, si è mai rivolta a un medico in tutta la sua lunga vita. La vecchia sembra nascondere un segreto inconfessabile, sepolto dietro al manto ingannevole di un’esistenza che assomiglia a quella di una bestia, più che a quella degli altri esseri umani.
Sarà una semplice domanda, posta dalla vecchia al prete, a dare il via a una vera e propria vertigine esistenziale. A volte, infatti, più delle confessioni, conta ciò che non viene detto...
Ezio Comparoni, in arte Silvio D’Arzo (1920-1952) è stato, nel corso della sua breve vita interrotta dal dramma della leucemia, uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento. Laureatosi in Lettere nel 1941, all’epoca ha già esordito con vari racconti, dei quali si possono citare titoli come "La valanga" (1934) e "Maschere. Racconti di paese e di città" (1935). Pur avendo scritto un solo romanzo – "All’insegna del buon corsiero" (1942) – la pubblicazione del suo racconto più celebre, "Casa d’altri" (1952), gli varrà il plauso unanime della critica (fra cui quello di un estasiato Eugenio Montale). I suoi racconti, crudi, cinici, indissolubilmente legati a quella terra emiliana cui l’autore era morbosamente affezionato, costituiscono una vetta assoluta nel panorama italiano della narrativa breve.
"Casa d’altri" non è un semplice racconto a sfondo emiliano. "Casa d’altri" narra, attraverso il filtro dell’emilianità, una storia dal sapore universale. Un prete di campagna, alle prese con la comunità di un piccolissimo villaggio composto da sette case e due strade in croce, sviluppa l’ossessione per una signora anziana che vi si è trasferita nell'area da poco.
L’anziana, che trascorre le proprie giornate in riva al fiume con la sua capra, non frequenta la chiesa, né, per qualche motivo, si è mai rivolta a un medico in tutta la sua lunga vita. La vecchia sembra nascondere un segreto inconfessabile, sepolto dietro al manto ingannevole di un’esistenza che assomiglia a quella di una bestia, più che a quella degli altri esseri umani.
Sarà una semplice domanda, posta dalla vecchia al prete, a dare il via a una vera e propria vertigine esistenziale. A volte, infatti, più delle confessioni, conta ciò che non viene detto...
Ezio Comparoni, in arte Silvio D’Arzo (1920-1952) è stato, nel corso della sua breve vita interrotta dal dramma della leucemia, uno dei più importanti scrittori italiani del Novecento. Laureatosi in Lettere nel 1941, all’epoca ha già esordito con vari racconti, dei quali si possono citare titoli come "La valanga" (1934) e "Maschere. Racconti di paese e di città" (1935). Pur avendo scritto un solo romanzo – "All’insegna del buon corsiero" (1942) – la pubblicazione del suo racconto più celebre, "Casa d’altri" (1952), gli varrà il plauso unanime della critica (fra cui quello di un estasiato Eugenio Montale). I suoi racconti, crudi, cinici, indissolubilmente legati a quella terra emiliana cui l’autore era morbosamente affezionato, costituiscono una vetta assoluta nel panorama italiano della narrativa breve.